lunedì 10 dicembre 2012

I miei ebook gratis

Ieri ho terminato la prima esposizione gratuita di un mio racconto, che avevo fatto tradurre in inglese, sul sito amazon, cioè Bloody Mary Blues. La particolarità di quest'opera è che avevo inserito delle immagini per illustrarne i contenuti.
Comunque questa esposizione (KDP free days, si chiama), ha avuto un certo ritorno, cioè 43 copie distribuite. Sono tante, sono poche? Difficile da dire, nei prossimi giorni effettuerò un'altra esposizione, provando a promuovere meglio i giorni gratis. Questa volta ho comunicato su twitter sugli account dedicati a queste promozioni, ma solo uno ha retweetato. Il problema è che se volessi farlo per i miei libri in italiano, neanche si potrebbe, data la scarsità di queste risorse...
Comunque dopo questa promozione, mettendo insieme le copie scaricate da Smashwords, Kobo e Barnes & Noble dei miei libri gratuiti sono arrivato alla bellezza di :

400 copie !!!

Non male davvero, capisco che rispetto ai volumi di un big sia una lacrima nel mare, però devo dire che la distribuzione gratuita di questi libri è un ottimo modo per far circolare il proprio nome ed è un sistema che consiglio a tutti gli scrittori esordienti o emergenti per promuovere il proprio lavoro senza investire in pubblicità.

lunedì 12 novembre 2012

Le cinque regole di Heinlein

Quando si scrive un libro e lo si pubblica, spesso ci si ritrova a rispondere a interviste. Una cosa divertente, ma che poi ti porta a dire sempre più o meno le stesse cose. Anche perché le domande sono spesso le stesse. A parte l'immarcescibile "dicci qualcosa di te", che mi imbarazza sempre perché non so come iniziare la frase (sono una persona, non un cane per certo. Oppure sono un ragazzo, beh a 40 anni complimenti per l'ottimismo, oppure sono un uomo, stessa considerazione per persona…), una delle domande più gettonate è "come si fa a pubblicare un libro?".

Beh pubblicarne uno può essere anche un colpo di fortuna, diventare uno scrittore di successo è un'altra faccenda. Mi atterrò quindi al grande Robert Heinlein e alle sue cinque regole:
  • Regola uno: è necessario scrivere
Sembra incredibilmente ovvio, non è vero? Ma è una regola molto difficile da applicare. Non si può semplicemente parlare di voler essere uno scrittore. Non si può semplicemente seguire dei corsi, o leggere sul processo di scrittura, o fantasticare su come riuscirci un giorno. L'unico modo per diventare uno scrittore è quello di piantarsi di fronte alla tastiera e iniziare a picchiarci sopra.

E non lamentatevi del fatto che non si ha il tempo di scrivere. I veri scrittori lo comprano il tempo. Prendono ferie, aspettativa, scrivono di notte. Scrivere è una vita di sacrifici, però il bello è che nessuno vi obbliga.

  • Regola due: Finisci ciò che si avvia
Non si può imparare a scrivere senza arrivare alla conclusione di un pezzo o di un romanzo. Sì, le prime pagine che si sfornano potrebbe essere deboli, e si potrebbe essere tentati di buttare tutto. Non fatelo, bisogna sempre cercare di terminare ciò che si incomincia. Una volta che si dispone di un progetto completo, con un inizio, metà e fine, sarete sorpresi di quanto sia facile vedere cosa funziona e cosa no. E non sarete mai in grado di padroneggiare elementi quali trama, suspense, o crescita del personaggio senza costruire un intero pezzo. Se vi affidate ai pareri altrui, non lasciate mai che i critici o il vostro circolo di lettori critichi i capitoli uno alla volta. Nessuno può correttamente giudicare un libro da un pezzo tirato fuori a caso, e vi ritroverete con ogni sorta di consiglio inutile: "Questa parte sembra irrilevante." "Beh, no, in realtà, è molto importante un centinaio di pagine più avanti…"
  • Regola tre: è necessario astenersi dal riscrivere, ad eccezione di un ordine editoriale
Questa è quella che ha messo Heinlein nei guai con gli insegnanti di scrittura creativa. Forse Heinlein era uno scrittore di eccezionale talento, che quindi riusciva a uscire con una prima bozza già sfavillante. Forse per la maggior parte di noi sbucciapatate dello scrivere sarebbe più corretto riformularla come: "Non armeggiare all'infinito con la tua storia." Si può migliorare e lucidare. Si dice che le storie non siano mai finite, ma solo abbandonate - imparate ad abbandonare le vostre.

Se si inizia procedere con revisioni che ripristinano la prima bozza si è svolto abbastanza editing. E anche se molti principianti non ci credono, Heinlein ha ragione: se la vostra storia è vicino a pubblicabile, gli editor vi dirà che cosa dovete fare per renderla vendibile.

  • Regola numero quattro: è necessario mettere la tua storia sul mercato
Questa regola è la più difficile di tutti per i principianti. Non si può semplicemente dichiarare di essere uno scrittore professionista. Ci deve essere qualcuno disposto a pagare per le vostre parole prima di esserlo. Fino a quando non effettivamente mostrate il vostro lavoro ad un editore, potete continuare a sognare di essere il nuovo JD Salinger. Ed è difficile rinunciare a questa fantasia, però è necessario farlo.
  • Regola numero cinque: bisogna tenerla sul mercato sino a quando non ha venduto
È un dato di fatto: il lavoro viene respinto continuamente. Quasi certamente il vostro primo pezzo verrà rifiutato. Non lasciare che questo ti fermi, tutti gli scrittori professionisti hanno vagoni pieni di lettere di rifiuto. E ancora di più cassetti vuoti di richieste inevase o "no reply".

Se la nota di rifiuto contiene dei consigli sensati (cosa a me mai successa) forse potete pensare di adottarli e riproporvi. Alternativamente dopo n rifiuti potete decidere di cambiare qualcosa nella vostra storia, magari l'incipit e il primo capitolo, che poi è quello che la maggior parte degli editor legge, e riproporla. Se la vostra storia è stata respinta, inviatela lo stesso giorno a qualcun altro. E naturalmente continuate a scrivere nel frattempo. Non c'è nessun buon motivo per smettere di scrivere, diventare scrittori di successo, secondo Heinlein richiede un minimo di talento e una tonnellata di perserveranza.


Mi permetto di aggiungere un mio personale consiglio: il flusso dei soldi deve sempre andare dagli editori, dagli agenti, dai mercanti verso lo scrittore e mai il contrario. Se qualcuno vi chiede soldi per valutare, promuovere o pubblicare il vostro romanzo, girate alla larga, quella che sembra una scorciatoia è in realtà un vicolo cieco.

E voi che ne pensate?

venerdì 9 novembre 2012

Ufficio Proposte Editoriali

Oggi, ricevo nella mia casella di posta questa cortese email:
 
9 novembre 2012


    Gentile Federico,
    abbiamo letto con attenzione il suo romanzo Soldi, misteri e altre conseguenze. Ci ha colpito sopra ogni cosa la capacità di restituire, attraverso una buona scrittura e un ritmo teso, la progressiva immersione della protagonista in un intrigo internazionale sempre più complesso, dove i piani della realtà e del soprannaturale si toccano continuamente, fino al finale che lascia aperto più di un interrogativo su Lisander. Il taglio avventuroso della storia cattura il lettore e la figura di Anna, coraggiosa e allo stesso tempo estremamente femminile, fin dalle prime pagine sa coinvolgere.
    Tuttavia proprio l’intreccio e le atmosfere evocate ci sembrano fissare l’appartenenza del romanzo a un genere, quello della spy story, che purtroppo non rientra nella tradizione narrativa di XXXXXX. Non ci è pertanto possibile accogliere Soldi, misteri e altre conseguenze nei nostri piani editoriali, ma la ringraziamo in ogni caso per avercelo fatto conoscere.

    Un saluto cordiale,

                            Ufficio proposte editoriali

Leggete al posto di XXXXXX il nome di un editore molto, molto importante, nella top 5 della lista del Palo 

Due considerazioni sole:
  1. Ma come caspita è possibile che un editore che pubblica praticamente di tutto e di più, proprio il genere spy-story è quello che non gradisce? Ma sarà sfiga? Per carità anche errore mio nell'invio, forse considerato il suo catalogo non avrei dovuto mandarglielo, ma è talmente grande che siceramente pensavo non avrebbe avuto difficoltà ad accogliere il mio romanzo nella sua enorme collana!
  2. Scusa signor editore XXXXXX, grazie della gradita risposta, ma io il romanzo te l'avevo mandato il 7 luglio 2011!!! Cioè 491 giorni fa! Forse è un bene che tu non sia interessato, sennò mi sarei mangiato le mani fino ai gomiti...

martedì 31 luglio 2012

Very Bloody Mary - ebook gratis

Oggi finalmente ho rilasciato l'ultima versione di Very Bloody Mary su Smashwords. E' un breve racconto che ho scritto per gli amici di Scrittori nella Notte, che però alla fine mi sembrava meritasse la pubblicazione. Sono soddisfatto del risultato e anche dei download ad oggi, a un mese dalla prima uscita sono arrivato a 115 downloads, che non è niente male, contando che deve ancora arrivare sulle piattaforme principali, Barnes & Noble, Apple ecc. Di cosa tratta:
Un cocktail preparato in un futuro distopico. Cinque minuti di lettura, proiettati nel buio di una situazione improvvisa, eccitante e terribilmente disperata.
.
Se volete scaricarlo, è gratis, quindi ... accomodatevi e fatemi sapere la vostra opinione.

giovedì 12 luglio 2012

Magia do Brasil - ebook gratis

Alla mia editrice alla fine è piaciuto il racconto lungo Magia do Brasil e ha deciso di pubblicarlo per Flower-ed.
Di cosa si tratta?

Una ragazza misteriosa trasporta un giovane impiegato, protagonista del racconto, in un’avventura a tinte horror, fatta di incantesimi, entità mostruose, dimensioni sconosciute e inaccessibili. Una storia in cui paura e istinto, umano e sovrumano, realtà e fantasia si intrecciano nella terra magica e viscerale del Brasile.

Ho iniziato a scrivere questa storia proprio sull'aereo di ritorno da un viaggio di ritorno dal Brasile, cercando di cogliere qualche aspetto di questo paese così ricco di fascino e di contraddizioni.
Il racconto è abbastanza lungo e ho una mezza idea di trasformarlo in un romanzo vero e proprio scrivendone una seconda parte.
Comunque se vi incuriosisce potete accomodarvi, è gratis quindi... 

giovedì 5 luglio 2012

Come pubblicare non a pagamento (2a parte)

La prima volta che ho incontrato il mondo dell'editoria a pagamento, meglio conosciuta come EAP, risale a quasi vent'anni fa. Eravamo nei primi anni novanta e internet per me esisteva solo nel computer dell'università, che si poteva consultare un massimo di due ore a settimana, posto che si trovasse uno spazio nella rubrica della segreteria studenti, dove si registravano le prenotazioni.
Avevo appena terminato la redazione di un romanzo di fantascienza, il mio primo libro, e ne avevo stampate una lista di copie con la mia stampante ad aghi a modulo continuo. Sembra preistoria vero?
Non esistevano liste di editori sui forum o meglio non esistevano i forum , si parlava solo di bulelttin board, e io non ero ancora così sgamato con internet da trovarli.
Andai quindi al salone del libro di Torino, che era alla sua quarta o quinta edizione.  Presi il catalogo degli espositori, dopodichè selezionai quei 20/30 editori che mi sembrava avessero in catalogo autori misconosciuti, e possibilmente qualche titolo di fantascienza. Imbustai le mie copie stampate e inviai speranzoso agli indirizzi del catalogo.
Molte cose sono cambiate negli ultimi 20 anni ma l'idiosincrasia degli editori a rispondere alle proposte editoriali degli scrittori esordienti, non è cambiata.
Ricevetti infatti pochissime risposte e soprattutto solo una di queste risposte negative mi faceva per lo meno capire che l'editor avesse valutato seriamente il romanzo. Diciamo che almeno qualche tempo fa avevano la scusa del costo di scrivere una lettera e spedirla per posta, oggi con le email il loro silenzio, a me, è meno chiaro.
Comunque un giorno di ottobre (me lo ricordo ancora, strano vero?) ricevetti una bella lettera dove una casa editrice si dichiarava disposta a pubblicare il mio capolavoro. Potete immaginare la gioia con cui accolsi la notizia, un futuro da autore mi si apriva davanti, il sogno della vita che si avverava al primo romanzo scritto...
L'editore era di Milano, così fissai un appuntamento, presi il treno da Torino, e mi recai trepidante per quello che immaginavo fosse il primo passo nel mio sogno. Scoprii presto però che il sogno era in realtà un incubo. Per la modica cifra di 1.200.000 delle vecchie lire questo sedicente signore era disposto a stampare un tot di copie e a distribuirle a suo dire, su tutto il territorio nazionale, dalle edicole alla biblioteca dell'accademia della crusca.
Io studiavo all'epoca economia e commercio, avevo 22 anni e neanche mi immaginavo che esistesse il mondo dell'editoria a pagamento. Però per come me la raccontava questo tizio sembrava una cosa ovvia, che tutti i più grandi scrittori si fossero dovuti piegare all'inizio della loro carriera a pagare un contributo per sostenere la prima stampa, ecc ecc.  E probabilmente mi sarei lasciato convincere da questo incantantore di serpenti senonchè due semplici considerazioni mi fecero desistere:
  • non avevo 1.200.000 lire (600 euro per i giovanissimi)
  • parlando con l'editore capii che non aveva la minima idea di cosa ci fosse nel mio libro. Non l'aveva letto!
Gli feci qualche domanda più specifica e questa sua totale indifferenza verso il mio scritto, che cercava farraginosamente di dissimulare, mi colpì e mi schifò a tal punto che, lasciato quell'ufficio, visto che non ricevetti altre proposte, decisi che la scrittura e il mio sogno forse potevano aspettare.
Poi è passata un po' di acqua sotto i ponti e nel 2011 mi sono riaffacciato al mondo dell'editoria, proponendo un nuovo manoscritto. Questa volta però mi sono scaricato tutte le liste degli editori non a pagamento prima di decidere a quali inviare il mio manoscritto, ce n'è una molto aggiornata su Writers Dream. Ciononostante mi sono ugualmente imbattuto in qualche proposta di contributo, poichè molti editori praticano il "doppio binario", nel senso che gli esordienti pagano, mentre gli autori affermati no.
Poi, tra alcune proposte, e tantissimi silenzi, ho trovato Michela, ed ora eccomi qui, passato dallo status di aspirante scrittore a quello di scrittore...ma questa è un'altra storia.
Quindi per concludere sconsiglio di comprare i vostri sogni per quattro soldi, anche perchè una volta monetizzati pure quelli, cosa vi resterà?
Sapete come chiamano l'EAP in UK? Vanity Press. Un termine veramente azzeccato, non è editoria, è solo indulgere alla propria debolezza e alla propria vanità.
Un'ultima considerazione a chi ha pubblicato a pagamento: io non giudico negativamente la vostra scelta, ognuno ha diritto di spendere i propri soldi come crede. E poi chissà magari la vostra idea è quella giusta, chi può sapere nel magico mondo dell'editoria cosa serve e cosa no?
Anch'io se tanti anni fa avessi avuto in tasca quel 1.200.000 forse avrei pubblicato a pagamento.
Qualche mese fa ho visto una bancarella a un mercatino, vicino a Susa, dove c'era una ragazza che vendeva i suoi libri. Mi sono avvicinato e ho fatto due parole. Questa tizia avrà avuto più o meno 20 anni, e aveva orgogliosamente pubblicato (a pagamento,  conoscevo l'editore) il suo romanzo. Aveva un entusiasmo e una passione che mi hanno colpito tantissimo, e ho comprato volentieri il suo libro. Alla fine, dopo averlo letto, non era neanche male, meglio secondo me di tanta nitta pubblicata dalle major e strombazzata con campagne pubblicitarie milionarie.

mercoledì 4 luglio 2012

Come pubblicare non a pagamento (parte1)

In alcune interviste che mi hanno chiesto i gentili blogger che stanno recensendo il mio romanzo spesso la domanda che viene formulata è: come hai fatto a pubblicare il tuo libro? come sei riuscito a trovare un editore?
E' difficile rispondere in poche righe, penso che meriterebbe scrivere un libro su cosa ti succede quando tenti di pubblicare un libro.
Io mi sono informato un pochino, come tutti quelli che si affacciano a un mercato sconosciuto, e ho scoperto che rispetto agli altri mercati in Italia è tutto profondamente differente. Almeno a  paragone con gli USA, per il resto d'Europa è più difficile trovare info, a meno di leggere fluentemente in tedesco, francese o rumeno...
Comunque in America il grosso del gioco è convincere un agente. Poi trovato l'agente, sarà lui a inserirti nel circuito. E l'editore si occuperà invece di editing (strano, vero?) e di distribuzione. In Italia invece la parte di scouting mi sembra sia in mano saldamente agli editori stessi. O meglio a chi lavora nelle case editrici, come assitente editor, quindi nel 90% dei casi uno stagista sottopagato che magari all'inizio della sua carriera mette entusiasmo e competenza nel proprio lavoro, ma che dopo qualche anno, a furia di restare sottopagato, forse inizia anche a fare scelte discutibili nella selezione dei manoscritti. Magari iniza a far passare gli amici e gli amici degli amici. O magari no, come sempre è sbagliato generalizzare, dico solo che se lo scouting fosse fatto da professionisti, che guadagnano a percentuale sulle vendite, forse sarebbe un pochino più efficace.

Quindi la vera domanda è: come riuscire a passare la terribile selezione degli editori?
Innanzitutto è meglio rivolgersi a editori che effettivamente pubblichino esordienti, altrimenti è tempo perso. Poi appurato che l'editore pubblica esordienti, conviene contattarlo mandando un line-up del vosto libro (il riassunto in 25 parole) e una sinossi. Spesso il line-up sarà l'unica cosa che leggeranno di voi, quindi lavorateci a fondo. Io sconsiglio di mandare direttamente il manoscritto. Non credo che venga letto, almeno in molti casi così non è.
In questa fase se avete qualche carta da giocarvi in termini di amicizie personali, lontani parenti, zii che vi hanno fatto ballare sulle ginocchia quando eravate bambini e non avete mai più rivisto, link su FB o su altri social network, blog che seguite ecc è il momento di giocarseli. Per me non è andata così, però comunque effettivamente se non avessi visto un post della mia editrice su Linkedin adesso forse non sarei qui a raccontare del mio libro. E' chiaro che la fortuna può anche essere aiutata. Se volete pubblicare con un editore, che in catalogo ha esordienti e secondo voi è un vero vincente nel lanciarli, iniziate a fare qualche ricerchina su internet. Se per caso riuscite a identificare uno dei redattori o uno degli editor che ha un suo blog, una sua pagina personale, qualsiasi cosa, potete cercare di contattarlo. Ovviamente non chiedendogli di leggere il vostro futuro best seller, ma cercando un terreno comune, offrendosi magari per collaborare al suo blog, mandandogli degli articoli ecc ecc. Poi dopo qualche settimana potete provare con il discorso manoscritto. Sicuramente le vostre chance, almeno di essere letti, aumenteranno vertiginosamente.
L'altra cosa fondamentale è che il vostro romanzo sia pronto. Anche se avete giocato benissimo le vostre carte in fase di contatto per poi mandare una ciofeca, meglio risparmiare la fatica.
Uno dei miei mostri sacri, Stephen King ha scritto un romanzo "on writing", che spiega un po' la sua passione per la scrittura. A parte il consiglio di leggerlo, lui spiega in questo libro la sua regola delle sei settimane.
Tutto quello che scrive, una volta messa la parola fine, lui lo lascia in un cassetto chiuso a chiave per sei settimane. E non c'è verso, si forza a non aprire quel cassetto per nessun motivo. Poi rilegge e corregge.
Vi invito a provare, sarete sorpresi del risultato.

Nella prossima parte vi parlerò di editoria a pagamento.

giovedì 28 giugno 2012

Consigli di Scrittura Creativa


Il problema con i consigli è che è di solito è semplice indicare la strada, ma è molto più difficile spiegare il come. Tutti sanno che bisognerebbe mangiare più frutta e verdura e meno panini, ma come raggiungere questo obiettivo è un altro affare. Quindi partirei da un elenco di cose secondo me da evitare. Ho fatto un patchwork di consigli di scrittura creativa trovati su vari forum, cercando di scegliere quelli che secondo me funzionano meglio, più che altro perché io ho commesso questi errori e non mi hanno portato a niente, quindi evitateli:     
  • Non passate anni a sperimentare forme nuove di scrittura: collage verbali, ricettari che prendono vita e raccontano, racconti senza dialoghi, dialoghi senza racconti, tesi accademiche futuristiche ecc. E' vero che alcune delle forme più interessanti di letteratura sono nate da logiche sperimentali, ma di James Joyce ce n'è già stato uno, grazie. Non ostinatevi a creare per forza qualcosa di nuovo. Un semplice genere musicale come il blues esiste ormai da quasi cent'anni eppure riesce a esprimere tutta la gamma di emozioni umane, ogni volta con nuove canzoni. Volete comunque raccontare la storia dal punto di vista di una farfalla equatoriale anziché dal vostro umano protagonista? Bene, però dovrete dare alla farfalla emozioni umane. Alla gente non gliene frega del modo di ragionare, di amare, o di sentire di una farfalla.
  • Non passate anni a raccogliere materiale, citazioni, frasi e pensieri. Se vi viene un'idea, una situazione, un qualcosa che vi ispira, iniziate a scrivere una storia che colga quel pensiero. Non un semplice appunto, una vera storia. Prendetevi un'ora di tempo e scrivete 1000 parole. Se quel pensiero merita di essere coltivato, verrà fuori da sé, e potrete mettervi a lavorare sulla trama, sui personaggi o sull'ambientazione. Se invece non trovate ispirazione, vuol dire che non era qualcosa di interessante.
  • Rileggete quanto avete scritto ad alta voce. Sembra una cosa stupida ma vi stupirete di quanto cambierete dopo la lettura ad alta voce. Se qualcosa suona bene al vostro orecchio suonerà bene anche al vostro cervello, ma purtroppo non funziona viceversa. E l'arte di raccontare storie nasce da una tradizione orale, che ha proliferato per millenni, prima di essere convertita per le masse in forma scritta, nell'ultimo secolo praticamente dal dopoguerra.
  • Non risparmiatevi. Questo è uno dei punti più difficili da affrontare per uno scrittore, ma se non siete pronti a umiliarvi di fronte ai vostri lettori, a mettere a nudo le vostre debolezze o insicurezze, a dimostrarvi vili o pavidi, non iniziate neanche. Se volete descrivere la scena in cui il protagonista abbandona il fratello nelle mani del nemico, dovrete scavare dentro di voi, andando a cercare qualcosa che vi ha toccato in maniera simile nel corso della vostra vita. Dovrete andare a cercare nella vostra infanzia quell'episodio dove avete lasciato il vostro amico più fraterno in una situazione di pericolo, per scappare, senza voltarsi indietro. Solo se ritroverete quelle emozioni profonde dentro di voi, riuscirete a scrivere una scena convincente. E se la scena sarà convincente il lettore dopo saprà che anche voi nella vostra vita avete abbandonato qualcuno che vi era caro, e magari sotto sotto vi considererà un vigliacco…. Però comprerà i vostri libri!
Non so se questi sono i migliori consigli o i più importanti, però possono essere un primo punto di vista, di qualcuno che ha già attraversato il deserto una volta, per sopravvivere a questa incredibile avventura che è scrivere.
Potete anche leggere le cinque regole di Heinlein

venerdì 22 giugno 2012

L'incerto incedere dell'inutile imbrattacarte

Allitterazione? Meglio non  esagerare. Ellissi? Per carità roba da dilettanti.
L'altro ieri ho ricevuto una recensione parecchio negativa sul mio romanzo. Beh, capita, però sinora, per qualche strana sorte, non mi era ancora successo di leggere una stroncatura così accanita.
E' anche vero che molti degli editori che hanno cestinato il manoscritto (e vi assicuro che sono stati parecchi) probabilmente hanno pensato le peggio cose, però sapete, finchè uno non te lo dice in faccia, tutto sommato puoi sopravvivere.
E va beh, pazienza, non si può stare simpatici a tutti. Mi consolerò con le altre recensioni positive e commenti favorevoli che per fortuna sto ricevendo. L'unica cosa che veramente mi da fastidio di questa recensione così agguerrita nei miei confronti è che la blogger in questione non si sia degnata di scrivere da qualche parte, che ne so in piccolo in fondo al post, che lei non ha tirato fuori un euro per leggere il mio libro, ma che gliel'ho gentilmente regalato io. Trivia? Secondo me no, poi sarò fatto all'antica, chissà.

martedì 19 giugno 2012

Grexit

La situazione Greca è veramente paradossale. Penso che neanche Crichton avrebbe potuto immaginare questa trama. Magari ci scrivo un libro, spunti interessanti ce ne sono.
Dopo aver tanto sperato che vincessere le elezioni i partiti pro-euro, adesso che è successo, che si fa?
Questo si stanno chiedendo a Berlino... Alla fine i voti ai partiti o i governi non pagano i debiti e si aspettava solo una scusa per far fuori la Grecia. Scusa che però non è arrivata, lasciando tutti di fronte alle loro responsabilità.
Ma alla fine non è buffo che i partiti pro-euro della Grecia, additati ora da Monti e co. come salvatori della patria, siano gli stessi che hanno portato la Grecia alla rovina, negli anni scorsi? E cosa ne possono i poveri cittadini greci, che si trovano una montagna di debiti da pagare sulla testa... Che colpa ne hanno? di aver scelto dei pirati invece che dei buoni padri di famiglia per governare il loro stato? Beh e noi, che dovremmo dire allora? e i francesi? Chi è senza peccato scagli la prima pietra ha detto qualcuno molti anni fa, e la pietra è ancora lì per terra...
Qualcuno vuole dire in maniera chiara che chi presta soldi a creditori notoriamente insolventi, deve mettere già in conto che non li riceverà mai indietro? e che quindi lui è il primo colpevole dei suoi mali.
La Grecia non potrà restituire i suoi debiti nemmeno nei prossimi 100 anni. Non si può restituire un debito pubblico a meno di crescere a un tasso superiore al tasso di interesse applicato al debito. Quando mai la Grecia crescerà a doppia cifra? non lo fa neppure più la Cina...
Lo dico io, che non sono nessuno, ma la Germania, la BCE e quanti altri, che avevano a disposizione i migliori economisti del mondo, non mi vengano a dire che non lo sapevano, quando hanno prestato i soldi.
Quindi? Adesso dovrebbero fare un bel bagno di umiltà e dire ai loro cittadini, signori ci siamo sbagliati a prestare i soldi ai Greci. Non li riavremo mai indietro. Si svaluterà l'euro, si ristrutturerà il debito greco, ma tutti insieme, con la Grecia, il Portogallo, l'Irlanda e tutti gli altri Stati con le pezze al culo.
Se domani la Grecia decide il default e magari decide di non ritirare gli euro dalle banche, ma di distribuirli ai cittadini? Cosa facciamo, li bombardiamo? Li invadiamo?
Quindi i grandi tedeschi che si piccano di essere i padroni dell'europa, ammettano di aver sbagliato. Ammettano di aver sbagliato a prestare i soldi alla Grecia, perchè già sapevano che non li avrebbe mai potuti restituire. Che lo hanno fatto solo per salvaguardare una scadenza elettorale e poi si vedrà, qualcuno pagherà il conto più avanti.
Si colpiscano i veri colpevoli, cioè i politicanti, che hanno costruito questo schema a strozzo, e non i popoli e i poveri cittadini greci, tedeschi o spagnoli, che hanno avuto l'unica colpa di affidare le chiavi di casa a persone piccole e meschine.

giovedì 14 giugno 2012

soldi, misteri e altre conseguenze

Anna è una giovane analista economica, il cui lavoro e i cui progetti vengono sconvolti dall’incontro imprevisto con un genio della finanza. Trascinata insieme all’amico e collega Rino in giro per il mondo, in un vortice di avventure senza respiro, vedrà minacciata la sicurezza stessa della sua famiglia.
Anna si scoprirà a varcare ripetutamente i propri limiti, sino a un finale aperto e sorprendente, in cui un nemico invisibile aspettava da sempre nell'ombra, pronto a colpire proprio quando tutto sembrava finalmente essersi aggiustato.
La trama principale si mescola alla complessità della micro vita di Anna e della carrellata di incredibili personaggi con cui viene a contatto nella sua corsa per quattro diversi continenti.
Una storia che intenzionalmente vuole essere difficile da collocare in un genere predefinito, una narrazione scorrevole, veloce e avvincente, che, pagina dopo pagina, prende per mano il lettore e lo fa scivolare in un mondo dove tutto può accadere.
Formati: EPUB + MOBI
ISBN: 978-88-97815-06-8

disponibile qui.