lunedì 12 novembre 2012

Le cinque regole di Heinlein

Quando si scrive un libro e lo si pubblica, spesso ci si ritrova a rispondere a interviste. Una cosa divertente, ma che poi ti porta a dire sempre più o meno le stesse cose. Anche perché le domande sono spesso le stesse. A parte l'immarcescibile "dicci qualcosa di te", che mi imbarazza sempre perché non so come iniziare la frase (sono una persona, non un cane per certo. Oppure sono un ragazzo, beh a 40 anni complimenti per l'ottimismo, oppure sono un uomo, stessa considerazione per persona…), una delle domande più gettonate è "come si fa a pubblicare un libro?".

Beh pubblicarne uno può essere anche un colpo di fortuna, diventare uno scrittore di successo è un'altra faccenda. Mi atterrò quindi al grande Robert Heinlein e alle sue cinque regole:
  • Regola uno: è necessario scrivere
Sembra incredibilmente ovvio, non è vero? Ma è una regola molto difficile da applicare. Non si può semplicemente parlare di voler essere uno scrittore. Non si può semplicemente seguire dei corsi, o leggere sul processo di scrittura, o fantasticare su come riuscirci un giorno. L'unico modo per diventare uno scrittore è quello di piantarsi di fronte alla tastiera e iniziare a picchiarci sopra.

E non lamentatevi del fatto che non si ha il tempo di scrivere. I veri scrittori lo comprano il tempo. Prendono ferie, aspettativa, scrivono di notte. Scrivere è una vita di sacrifici, però il bello è che nessuno vi obbliga.

  • Regola due: Finisci ciò che si avvia
Non si può imparare a scrivere senza arrivare alla conclusione di un pezzo o di un romanzo. Sì, le prime pagine che si sfornano potrebbe essere deboli, e si potrebbe essere tentati di buttare tutto. Non fatelo, bisogna sempre cercare di terminare ciò che si incomincia. Una volta che si dispone di un progetto completo, con un inizio, metà e fine, sarete sorpresi di quanto sia facile vedere cosa funziona e cosa no. E non sarete mai in grado di padroneggiare elementi quali trama, suspense, o crescita del personaggio senza costruire un intero pezzo. Se vi affidate ai pareri altrui, non lasciate mai che i critici o il vostro circolo di lettori critichi i capitoli uno alla volta. Nessuno può correttamente giudicare un libro da un pezzo tirato fuori a caso, e vi ritroverete con ogni sorta di consiglio inutile: "Questa parte sembra irrilevante." "Beh, no, in realtà, è molto importante un centinaio di pagine più avanti…"
  • Regola tre: è necessario astenersi dal riscrivere, ad eccezione di un ordine editoriale
Questa è quella che ha messo Heinlein nei guai con gli insegnanti di scrittura creativa. Forse Heinlein era uno scrittore di eccezionale talento, che quindi riusciva a uscire con una prima bozza già sfavillante. Forse per la maggior parte di noi sbucciapatate dello scrivere sarebbe più corretto riformularla come: "Non armeggiare all'infinito con la tua storia." Si può migliorare e lucidare. Si dice che le storie non siano mai finite, ma solo abbandonate - imparate ad abbandonare le vostre.

Se si inizia procedere con revisioni che ripristinano la prima bozza si è svolto abbastanza editing. E anche se molti principianti non ci credono, Heinlein ha ragione: se la vostra storia è vicino a pubblicabile, gli editor vi dirà che cosa dovete fare per renderla vendibile.

  • Regola numero quattro: è necessario mettere la tua storia sul mercato
Questa regola è la più difficile di tutti per i principianti. Non si può semplicemente dichiarare di essere uno scrittore professionista. Ci deve essere qualcuno disposto a pagare per le vostre parole prima di esserlo. Fino a quando non effettivamente mostrate il vostro lavoro ad un editore, potete continuare a sognare di essere il nuovo JD Salinger. Ed è difficile rinunciare a questa fantasia, però è necessario farlo.
  • Regola numero cinque: bisogna tenerla sul mercato sino a quando non ha venduto
È un dato di fatto: il lavoro viene respinto continuamente. Quasi certamente il vostro primo pezzo verrà rifiutato. Non lasciare che questo ti fermi, tutti gli scrittori professionisti hanno vagoni pieni di lettere di rifiuto. E ancora di più cassetti vuoti di richieste inevase o "no reply".

Se la nota di rifiuto contiene dei consigli sensati (cosa a me mai successa) forse potete pensare di adottarli e riproporvi. Alternativamente dopo n rifiuti potete decidere di cambiare qualcosa nella vostra storia, magari l'incipit e il primo capitolo, che poi è quello che la maggior parte degli editor legge, e riproporla. Se la vostra storia è stata respinta, inviatela lo stesso giorno a qualcun altro. E naturalmente continuate a scrivere nel frattempo. Non c'è nessun buon motivo per smettere di scrivere, diventare scrittori di successo, secondo Heinlein richiede un minimo di talento e una tonnellata di perserveranza.


Mi permetto di aggiungere un mio personale consiglio: il flusso dei soldi deve sempre andare dagli editori, dagli agenti, dai mercanti verso lo scrittore e mai il contrario. Se qualcuno vi chiede soldi per valutare, promuovere o pubblicare il vostro romanzo, girate alla larga, quella che sembra una scorciatoia è in realtà un vicolo cieco.

E voi che ne pensate?

venerdì 9 novembre 2012

Ufficio Proposte Editoriali

Oggi, ricevo nella mia casella di posta questa cortese email:
 
9 novembre 2012


    Gentile Federico,
    abbiamo letto con attenzione il suo romanzo Soldi, misteri e altre conseguenze. Ci ha colpito sopra ogni cosa la capacità di restituire, attraverso una buona scrittura e un ritmo teso, la progressiva immersione della protagonista in un intrigo internazionale sempre più complesso, dove i piani della realtà e del soprannaturale si toccano continuamente, fino al finale che lascia aperto più di un interrogativo su Lisander. Il taglio avventuroso della storia cattura il lettore e la figura di Anna, coraggiosa e allo stesso tempo estremamente femminile, fin dalle prime pagine sa coinvolgere.
    Tuttavia proprio l’intreccio e le atmosfere evocate ci sembrano fissare l’appartenenza del romanzo a un genere, quello della spy story, che purtroppo non rientra nella tradizione narrativa di XXXXXX. Non ci è pertanto possibile accogliere Soldi, misteri e altre conseguenze nei nostri piani editoriali, ma la ringraziamo in ogni caso per avercelo fatto conoscere.

    Un saluto cordiale,

                            Ufficio proposte editoriali

Leggete al posto di XXXXXX il nome di un editore molto, molto importante, nella top 5 della lista del Palo 

Due considerazioni sole:
  1. Ma come caspita è possibile che un editore che pubblica praticamente di tutto e di più, proprio il genere spy-story è quello che non gradisce? Ma sarà sfiga? Per carità anche errore mio nell'invio, forse considerato il suo catalogo non avrei dovuto mandarglielo, ma è talmente grande che siceramente pensavo non avrebbe avuto difficoltà ad accogliere il mio romanzo nella sua enorme collana!
  2. Scusa signor editore XXXXXX, grazie della gradita risposta, ma io il romanzo te l'avevo mandato il 7 luglio 2011!!! Cioè 491 giorni fa! Forse è un bene che tu non sia interessato, sennò mi sarei mangiato le mani fino ai gomiti...