Le cinque regole di Heinlein
Quando si scrive un libro e lo si pubblica, spesso ci si ritrova a rispondere a interviste. Una cosa divertente, ma che poi ti porta a dire sempre più o meno le stesse cose. Anche perché le domande sono spesso le stesse. A parte l'immarcescibile "dicci qualcosa di te", che mi imbarazza sempre perché non so come iniziare la frase (sono una persona, non un cane per certo. Oppure sono un ragazzo, beh a 40 anni complimenti per l'ottimismo, oppure sono un uomo, stessa considerazione per persona…), una delle domande più gettonate è "come si fa a pubblicare un libro?".
Beh pubblicarne uno può essere anche un colpo di fortuna, diventare uno scrittore di successo è un'altra faccenda. Mi atterrò quindi al grande Robert Heinlein e alle sue cinque regole:
- Regola uno: è necessario scrivere
Sembra incredibilmente ovvio, non è vero? Ma è una regola molto difficile da applicare. Non si può semplicemente parlare di voler essere uno scrittore. Non si può semplicemente seguire dei corsi, o leggere sul processo di scrittura, o fantasticare su come riuscirci un giorno. L'unico modo per diventare uno scrittore è quello di piantarsi di fronte alla tastiera e iniziare a picchiarci sopra.
E non lamentatevi del fatto che non si ha il tempo di scrivere. I veri scrittori lo comprano il tempo. Prendono ferie, aspettativa, scrivono di notte. Scrivere è una vita di sacrifici, però il bello è che nessuno vi obbliga.
- Regola due: Finisci ciò che si avvia
Non si può imparare a scrivere senza arrivare alla conclusione di un pezzo o di un romanzo. Sì, le prime pagine che si sfornano potrebbe essere deboli, e si potrebbe essere tentati di buttare tutto. Non fatelo, bisogna sempre cercare di terminare ciò che si incomincia. Una volta che si dispone di un progetto completo, con un inizio, metà e fine, sarete sorpresi di quanto sia facile vedere cosa funziona e cosa no. E non sarete mai in grado di padroneggiare elementi quali trama, suspense, o crescita del personaggio senza costruire un intero pezzo. Se vi affidate ai pareri altrui, non lasciate mai che i critici o il vostro circolo di lettori critichi i capitoli uno alla volta. Nessuno può correttamente giudicare un libro da un pezzo tirato fuori a caso, e vi ritroverete con ogni sorta di consiglio inutile: "Questa parte sembra irrilevante." "Beh, no, in realtà, è molto importante un centinaio di pagine più avanti…"
- Regola tre: è necessario astenersi dal riscrivere, ad eccezione di un ordine editoriale
Questa è quella che ha messo Heinlein nei guai con gli insegnanti di scrittura creativa. Forse Heinlein era uno scrittore di eccezionale talento, che quindi riusciva a uscire con una prima bozza già sfavillante. Forse per la maggior parte di noi sbucciapatate dello scrivere sarebbe più corretto riformularla come: "Non armeggiare all'infinito con la tua storia." Si può migliorare e lucidare. Si dice che le storie non siano mai finite, ma solo abbandonate - imparate ad abbandonare le vostre.
Se si inizia procedere con revisioni che ripristinano la prima bozza si è svolto abbastanza editing. E anche se molti principianti non ci credono, Heinlein ha ragione: se la vostra storia è vicino a pubblicabile, gli editor vi dirà che cosa dovete fare per renderla vendibile.
- Regola numero quattro: è necessario mettere la tua storia sul mercato
Questa regola è la più difficile di tutti per i principianti. Non si può semplicemente dichiarare di essere uno scrittore professionista. Ci deve essere qualcuno disposto a pagare per le vostre parole prima di esserlo. Fino a quando non effettivamente mostrate il vostro lavoro ad un editore, potete continuare a sognare di essere il nuovo JD Salinger. Ed è difficile rinunciare a questa fantasia, però è necessario farlo.
- Regola numero cinque: bisogna tenerla sul mercato sino a quando non ha venduto
È un dato di fatto: il lavoro viene respinto continuamente. Quasi certamente il vostro primo pezzo verrà rifiutato. Non lasciare che questo ti fermi, tutti gli scrittori professionisti hanno vagoni pieni di lettere di rifiuto. E ancora di più cassetti vuoti di richieste inevase o "no reply".
Se la nota di rifiuto contiene dei consigli sensati (cosa a me mai successa) forse potete pensare di adottarli e riproporvi. Alternativamente dopo n rifiuti potete decidere di cambiare qualcosa nella vostra storia, magari l'incipit e il primo capitolo, che poi è quello che la maggior parte degli editor legge, e riproporla. Se la vostra storia è stata respinta, inviatela lo stesso giorno a qualcun altro. E naturalmente continuate a scrivere nel frattempo. Non c'è nessun buon motivo per smettere di scrivere, diventare scrittori di successo, secondo Heinlein richiede un minimo di talento e una tonnellata di perserveranza.
Mi permetto di aggiungere un mio personale consiglio: il flusso dei soldi deve sempre andare dagli editori, dagli agenti, dai mercanti verso lo scrittore e mai il contrario. Se qualcuno vi chiede soldi per valutare, promuovere o pubblicare il vostro romanzo, girate alla larga, quella che sembra una scorciatoia è in realtà un vicolo cieco.
E voi che ne pensate?
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