In alcune interviste che mi hanno chiesto i gentili blogger che stanno recensendo il mio romanzo spesso la domanda che viene formulata è: come hai fatto a pubblicare il tuo libro? come sei riuscito a trovare un editore?
E' difficile rispondere in poche righe, penso che meriterebbe scrivere un libro su cosa ti succede quando tenti di pubblicare un libro.
Io mi sono informato un pochino, come tutti quelli che si affacciano a un mercato sconosciuto, e ho scoperto che rispetto agli altri mercati in Italia è tutto profondamente differente. Almeno a paragone con gli USA, per il resto d'Europa è più difficile trovare info, a meno di leggere fluentemente in tedesco, francese o rumeno...
Comunque in America il grosso del gioco è convincere un agente. Poi trovato l'agente, sarà lui a inserirti nel circuito. E l'editore si occuperà invece di editing (strano, vero?) e di distribuzione. In Italia invece la parte di scouting mi sembra sia in mano saldamente agli editori stessi. O meglio a chi lavora nelle case editrici, come assitente editor, quindi nel 90% dei casi uno stagista sottopagato che magari all'inizio della sua carriera mette entusiasmo e competenza nel proprio lavoro, ma che dopo qualche anno, a furia di restare sottopagato, forse inizia anche a fare scelte discutibili nella selezione dei manoscritti. Magari iniza a far passare gli amici e gli amici degli amici. O magari no, come sempre è sbagliato generalizzare, dico solo che se lo scouting fosse fatto da professionisti, che guadagnano a percentuale sulle vendite, forse sarebbe un pochino più efficace.
Quindi la vera domanda è: come riuscire a passare la terribile selezione degli editori?
Innanzitutto è meglio rivolgersi a editori che effettivamente pubblichino esordienti, altrimenti è tempo perso. Poi appurato che l'editore pubblica esordienti, conviene contattarlo mandando un line-up del vosto libro (il riassunto in 25 parole) e una sinossi. Spesso il line-up sarà l'unica cosa che leggeranno di voi, quindi lavorateci a fondo. Io sconsiglio di mandare direttamente il manoscritto. Non credo che venga letto, almeno in molti casi così non è.
In questa fase se avete qualche carta da giocarvi in termini di amicizie personali, lontani parenti, zii che vi hanno fatto ballare sulle ginocchia quando eravate bambini e non avete mai più rivisto, link su FB o su altri social network, blog che seguite ecc è il momento di giocarseli. Per me non è andata così, però comunque effettivamente se non avessi visto un post della mia editrice su Linkedin adesso forse non sarei qui a raccontare del mio libro. E' chiaro che la fortuna può anche essere aiutata. Se volete pubblicare con un editore, che in catalogo ha esordienti e secondo voi è un vero vincente nel lanciarli, iniziate a fare qualche ricerchina su internet. Se per caso riuscite a identificare uno dei redattori o uno degli editor che ha un suo blog, una sua pagina personale, qualsiasi cosa, potete cercare di contattarlo. Ovviamente non chiedendogli di leggere il vostro futuro best seller, ma cercando un terreno comune, offrendosi magari per collaborare al suo blog, mandandogli degli articoli ecc ecc. Poi dopo qualche settimana potete provare con il discorso manoscritto. Sicuramente le vostre chance, almeno di essere letti, aumenteranno vertiginosamente.
L'altra cosa fondamentale è che il vostro romanzo sia pronto. Anche se avete giocato benissimo le vostre carte in fase di contatto per poi mandare una ciofeca, meglio risparmiare la fatica.
Uno dei miei mostri sacri, Stephen King ha scritto un romanzo "on writing", che spiega un po' la sua passione per la scrittura. A parte il consiglio di leggerlo, lui spiega in questo libro la sua regola delle sei settimane.
Tutto quello che scrive, una volta messa la parola fine, lui lo lascia in un cassetto chiuso a chiave per sei settimane. E non c'è verso, si forza a non aprire quel cassetto per nessun motivo. Poi rilegge e corregge.
Vi invito a provare, sarete sorpresi del risultato.
Nella prossima parte vi parlerò di editoria a pagamento.
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